Qui la fame rappresenta un grave problema ed è onnipresente. Oggi, oltre al mutamento climatico, una delle maggiori sfide per gli Adivasi nel raggiungere la sicurezza alimentare è la diffusa discriminazione nei loro confronti. Già i loro antenati dipendevano dai latifondisti della casta superiore. Come lavoratori a giornata, oggi continuano a essere pagati miseramente. Per far fronte a necessità di base e alle emergenze devono indebitarsi, spesso presso i proprietari terrieri medesimi e con tassi di interesse esorbitanti, rimanendo intrappolati nella schiavitù per debiti.
L’Honduras, paese centroamericano, soffre di una crisi umanitaria. Mentre lo sviluppo economico è in gran parte confinato nelle grandi città, le regioni rurali si trovano ad affrontare sfide sempre più grandi. Oggi 1,5 milioni di persone hanno troppo poco da mangiare.
La Repubblica Democratica del Congo è il paese africano più ricco di materie prime. Tuttavia, la popolazione non ne trae alcun beneficio: multinazionali a caccia di profitto, conflitti, corruzione e malgoverno tengono le persone intrappolate nella spirale della povertà. In molte regioni la situazione alimentare è precaria.
Intorno a Mbongo, borgo non lontano dalla città portuale di Douala in Camerun, si estendono a perdita d’occhio le piantagioni di palma da olio. Qui imprese multinazionali si stanno appropriando di sempre più terreni, intere foreste sono state disboscate e persino paludi prosciugate per piantarvi questa varietà di palma.
Nel giro di pochi decenni Goma, nella repubblica Democratica del Congo, è diventata una città di milioni di abitanti. La capitale provinciale del Nord Kivu, situata all’estremità settentrionale del lago omonimo, oggi è il rifugio per i profughi della guerra civile di cui fu teatro il confinante Ruanda. Questo spiega la crescita esponenziale della popolazione residente.