“Io vi ho dato un esempio, perché facciate come io ho fatto a voi”. Gesù ci invita a considerare, in questo Giovedì Santo, la sua esemplarità, il valore dei suoi gesti, delle sue parole, del suo vissuto. Lava i piedi ai discepoli: umilmente si china sul loro corpo affinché sia chiaro che l’amore si traduce sempre in servizio.
Servizio: quella mano tesa, quella disponibilità all’aiuto che milioni di uomini e donne sul nostro pianeta, anche ora, ci chiedono con insistenza. Una mano che è in grado anche di coltivare terreni, spingere aratri, seminare semenze, come forme di servizio e amore altrettanto validi. Gesù, da Maestro, ha indicato la via: “Vi ho lavato i piedi, anche voi dovete lavarvi i piedi gli uni gli altri”; fare cioè delle proprie mani strumenti di azione concreta in favore delle nostre sorelle e dei nostri fratelli.
Così questo momento saliente della Settimana Santa, che prelude alla Passione, si concentra su un gesto dalla concretezza essenziale e diventa in questa essenzialità l’atto e il momento centrale di tutto il racconto evangelico.
Quanto “essenziali” sono allora i nostri gesti quotidiani? Riusciamo a compiere, nelle ore che scorrono nelle nostre giornate, gesti che “lascino il segno” o tendiamo allo spreco del tempo? Una pagina di Vangelo ora ci invita alla riflessione: può bastare una sola mano pronta al servizio e all’aiuto, una sola volta, per fare la differenza per sempre.