I padri del monachesimo antico diedero grande importanza all’alimentazione: essa serviva come palestra per esercitarsi nella mortificazione e nella penitenza. In questo modo i monaci compresero ben presto che un’alimentazione controllata aveva un ruolo importante per il loro perfezionamento spirituale. Anche la Regola di San Benedetto contiene elementi per capire l'importanza che il Santo dava ad un’alimentazione adatta per i monaci.

Lo scopo della Regola è quello dell’organizzazione della vita cenobitica, della preoccupazione per l’equilibrio alimentare e la volontà di controllare attraverso l’alimentazione la vita spirituale dei monaci, per aiutarli a raggiungere la perfezione nella loro dedizione a Dio.

Esiste anche un altro aspetto, quasi simbolico: staccarsi, anche alla mensa, dalle abitudini dei laici, distinguersi da questi per la moderazione e la rinuncia. Occorre infatti tener presente che un buon numero di monaci proveniva dall’aristocrazia fondiaria che considerava l’abbondanza di cibo come uno status symbol e che quasi tutti i monasteri erano ricchi di terra e di campi, sicché l’alimentazione dei cenobiti avrebbe potuto essere varia e abbondante come quella dei loro parenti laici.

È quindi significativa l’imposizione di una mensa parca: una scelta decisiva di vita, che imponeva sacrifici e rinunce.