Lugano/Berna, 5 aprile 2021 - La Campagna ecumenica “Giustizia climatica – Adesso” ha suscitato numerose reazioni durante le settimane di Quaresima. Azione Quaresimale e Pane per tutti accolgono con favore questi scambi ricchi e costruttivi che rendono viva la Campagna e consentono di riaffermare l’importanza di sensibilizzare su questi temi.

Quella che si è conclusa ieri, domenica di Pasqua, è la quarta Campagna ecumenica di Azione Quaresimale e Pane per tutti incentrata sul mutamento climatico: la prima era stata proposta già nel 1989. Sarà ricordata per l’ampio dibattito che ha suscitato, a partire dal tema fino all’impegno delle organizzazioni di cooperazione allo sviluppo cristiane, e di conseguenza delle Chiese, a favore dell’ambiente e del diritto al cibo.

Attraverso il manifesto della campagna che recita “Meno consumismo. Abbastanza cibo per tutti” la popolazione svizzera è stata invitata a riflettere sull’impronta ecologica di ciò che consuma. In Svizzera tedesca e francese, sul manifesto è stato proposto l’esempio del consumo di carne. Infatti, la deforestazione delle foreste tropicali causata dalla sua produzione, così come l’elevata domanda di acqua ed energia che richiede, hanno un impatto indiscutibile sul mutamento climatico. Lungi dal voler mettere in cattiva luce o far sentire in colpa chi in Svizzera produce o mangia carne, l’obiettivo principale della Campagna è stato quello di incoraggiare un consumo consapevole del cibo dando la preferenza a prodotti regionali e stagionali. Ciò avvantaggia anche l’agricoltura svizzera.

Per quanto riguarda l’impegno per la giustizia climatica di Sacrifico Quaresimale e Pane per tutti va ricordato che il mutamento climatico è intrinsecamente legato a questioni di giustizia sociale e sicurezza alimentare. I sempre più frequenti eventi meteorologici estremi hanno un impatto diretto sui diritti umani e compromettono il diritto allo sviluppo dei paesi del Sud e il futuro delle prossime generazioni. Da oltre 50 anni Azione Quaresimale e Pane per tutti sensibilizzano la popolazione Svizzera e lavorano per promuovere modelli agricoli ed economici più sostenibili nel Nord e nel Sud del mondo. La Campagna “Giustizia climatica – Adesso” si iscrive in questo solco e persegue gli stessi obiettivi.

In Ticino la novità è stata il giorno di digiuno accompagnato da incontri online

Azione Quaresimale e Pane per tutti tracciano un bilancio positivo della Campagna ecumenica, che ha avuto luogo dal 17 febbraio, mercoledì delle Ceneri, al 4 aprile, domenica di Pasqua. Nonostante le difficili condizioni quadro imposte dal coronavirus, le parrocchie hanno implementato il tema della Campagna ecumenica con molta creatività. In Ticino, grazie all’impegno di diverse parrocchie, si è svolta il 20 marzo la Giornata delle rose. Inoltre, per la prima volta è stato proposto venerdì 26 marzo il digiuno comunitario, accompagnato da cinque incontri online durante i quali il tema è stato approfondito da diversi punti di vista. L’iniziativa ha suscitato interesse e curiosità.

Matthias Dörnenburg, responsabile Campagna ecumenica, Azione Quaresimale, 041 227 59 21, dörnenburg@fastenopfer.ch

Lugano/Lucerna, 17 marzo 2021 - Sono passati 20 anni da quando le prime rose Max Havelaar sono arrivate in Svizzera. Anche sabato prossimo, 20 marzo, 50’000 di questi fiori saranno proposti alla popolazione durante la Campagna ecumenica. Il ricavato della vendita delle rose andrà a beneficio delle famiglie contadine nel Sud del mondo.

Sabato 20 marzo 2021, innumerevoli volontari e volontarie venderanno rose in oltre 500 località svizzere. «Siamo felicissimi che tante parrocchie stiano partecipando nonostante la situazione incerta. In questo modo anche quest’anno possiamo sostenere le persone nei nostri progetti», afferma Mischa von Arb, coordinatore della Campagna ecumenica di Azione Quaresimale e Pane per tutti. La crisi legata alla pandemia di coronavirus ha aumentato la fame e la povertà nei paesi del Sud del mondo.

Il giorno dell’azione ai tempi del coronavirus

Nel rispetto delle norme di distanziamento sociale è possibile utilizzare l’app “Give a Rose”, che permette di inviare fiori digitali e di aggiungere una dedica. In Ticino le rose saranno vendute soprattutto in ambito parrocchiale a Biasca, Giubiasco, Bellinzona (Piazza del mercato), Viganello, Massagno, Lugano chiesa San Carlo, Lugano chiesa Sacro Cuore, Mezzovico-Vira-Sigirino, Caslano, Novazzano, Balerna.

Il ricavato della vendita va favore dei progetti di Azione Quaresimale e di Pane per tutti grazie ai quali famiglie contadine in regioni povere del mondo sono rese più capaci di adattarsi alle conseguenze dei mutamenti climatici, di far fronte alla deforestazione della foresta pluviale o di difendere i loro diritti. Quest’anno la Campagna ecumenica richiama l’attenzione sulla crisi climatica. Con il motto Giustizia climatica – Adesso! si dà voce a chi in Africa, Asia e America Latina, soffre già per le conseguenze del riscaldamento globale.

Ulteriori informazioni

Sulla Giornata delle rose: www.vedere-e-agire.ch/giornata-delle-rose
App: www.give-a-rose.ch
Sul tema della Campagna: www.giustiziaclimatica-adesso.ch

 

 

Contatti:

Lorenz Kummer, portavoce Pane per tutti, , 079 489 3824
Matthias Dörnenburg, responsabile Comunicazione Azione Quaresimale, , 041 227 59 21

Marieta Llanera aus den Philippinen.

Lugano/Berna, 17 febbraio 2021. Tifoni, coste allagate, siccità: la crisi climatica minaccia l'esistenza di milioni di persone nei paesi in via di sviluppo nonostante il fatto che esse non abbiamo quasi contribuito al riscaldamento globale. Pane per tutti, Azione Quaresimale e Essere solidali rivendicano quindi più giustizia climatica: i maggiori responsabili della crisi climatica devono assumersi le loro responsabilità. Anche la Banca Nazionale svizzera (BNS).

Alla fine del 2019, la Banca Nazionale Svizzera (BNS) deteneva azioni del valore di quasi sei miliardi di dollari in società che estraggono combustibili fossili. In questo modo finanzia l’emissione di 43 milioni di tonnellate di anidride carbonica equivalente all’anno. «Con la sua strategia di investimento, la BNS favorisce il riscaldamento climatico da quattro a sei gradi», spiega Miges Baumann, responsabile della politica di sviluppo di Pane per tutti, «ben al di sopra dell’obiettivo dell’accordo di Parigi sul clima».

Pertanto, nell’ambito della Campagna ecumenica 2021, Azione Quaresimale, Pane per tutti e Essere solidali lanciano una petizione nella quale si esorta la BNS a rinunciare tutti gli investimenti nei combustibili fossili. Questo manderebbe un segnale importante alla piazza finanziaria svizzera, perché la BNS è uno dei maggiori investitori istituzionali del mondo. Peraltro, con la sua attuale strategia di investimento, la BNS si contrappone anche alle proprie linee guida nell’ambito degli investimenti. Esse stabiliscono infatti che la BNS deve astenersi da investimenti che «violano in modo massiccio i diritti umani fondamentali o causano sistematicamente gravi danni ambientali».

«Giustizia climatica – Adesso!»

La Campagna ecumenica richiama l’attenzione, con lo slogan «Giustizia climatica – Adesso!», sul fatto che le fasce più povere della popolazione nei paesi del Sud del mondo soffrono maggiormente delle conseguenze del riscaldamento globale, malgrado il fatto che vi contribuiscano solo in minima parte. Il 50% della popolazione mondiale più povera è infatti responsabile solo del 10% delle emissioni di gas serra legate al consumo, mentre il 10% della popolazione più ricca ne produce quasi il 50%. «Promuovere una maggiore giustizia climatica è quindi imperativo e non negoziabile», ha spiegato Stefan Salzmann, responsabile di Giustizia climatica per Azione Quaresimale.

Nelle Filippine, il riscaldamento globale ha portato a un forte aumento del numero e dell’intensità dei tifoni. «Adesso contiamo 20 uragani all’anno, cinque dei quali causano gravi danni», ha riferito Marieta Llanera, ospite della campagna di Azione Quaresimale*. Le comunità di pescatori che vivono sulla costa, già sfavoriti, sono i più colpiti da questi fenomeni che minacciano i loro mezzi di sussistenza. Ora devono cambiare le loro attività e concentrarsi maggiormente sulla coltivazione di ortaggi, ciò che spesso pone un problema culturale.

In Indonesia, un paese con 81.000 chilometri di costa, il pericolo maggiore deriva dall’innalzamento del livello del mare. «Se il livello del mare si alza di un metro, andranno persi 90.000 chilometri quadrati di terra», avverte Yuyun Harmono, ospite della campagna di Pane per tutti*. E così 23 milioni di persone sarebbero costrette a fuggire. La crisi climatica può già essere avvertita chiaramente sulla piccola isola di Pari, al largo della capitale Jakarta. Pari è stata allagata due volte nel 2020: questo non era mai accaduto prima. L’impronta climatica dei residenti è minima, ha detto Harmono, ma ora la loro esistenza è minacciata – «un’estrema ingiustizia».

 *Gli ospiti della Campagna ecumenica non raggiungeranno la Svizzera a causa delle misure legate al coronavirus, ma potranno prendere parte agli eventi virtuali.

Stefan Salzmann, Azione Quaresimale, 041 227 59 53, 

Miges BaumannPane per tutti 079 489 3824;

Per domande generali sulla Campagna ecumenica:

Matthias Dörnenburg, responsabile della Campagna ecumenica, Azione Quaresimale, 041 227 59 21,

Il primo gennaio 2021 segna l'inizio dell'attuazione dell'accordo di Parigi sul clima. Dopo la firma, gli Stati membri hanno adottato obiettivi nazionali sul clima e si sono impegnati a rafforzarli ogni cinque anni. Azione Quaresimale e Pane per tutti sperano che questo primo periodo di impegno sia un simbolo di speranza nella lotta alla crisi climatica.

Diverse regioni del mondo sono già gravemente colpite dal cambiamento climatico. In Africa, Asia, America Latina e Oceania, molte popolazioni lo vivono quotidianamente. Le nostre organizzazioni partner segnalano disastri climatici sempre più frequenti e violenti. Le persone che vivono in povertà sono le più colpite, perché non hanno i mezzi per adattarsi alle nuove condizioni di vita. La siccità persistente mette in pericolo il loro diritto al cibo, mentre l’innalzamento del livello del mare li costringe a trasferirsi. MeteoSvizzera ha riferito lo scorso dicembre che il 2020 è stato caldo come il 2018 – un anno record – in Svizzera, come nella maggior parte dei paesi ricchi, ma malgrado ciò quello appena trascorso è stato solo un altro anno segnato da piccoli passi. Data l’ampiezza delle sfide che ci attendono, possiamo chiaramente parlare di negligenza, mancanza di giudizio e visione miope di una situazione che richiederebbe invece la nostra piena attenzione. Anzi, più avanziamo, più diminuiscono i margini di manovra e più a lungo procrastiniamo il nostro agire, più difficile e costosa sarà la lotta al riscaldamento globale e alle sue conseguenze.

Il tempo stringe

È già chiaro fin da ora che è necessario un rafforzamento degli attuali obiettivi climatici perché, per il momento, le promesse non mantenute degli Stati portano ad un riscaldamento di 3-4 gradi, anziché di 1,5-2 gradi previsto dall’accordo. La politica nazionale deve agire ora; ha dimostrato la sua capacità di farlo durante la pandemia di coronavirus. La portata della minaccia rappresentata dalla crisi climatica si profila all’orizzonte, ma è ancora poco compresa. Il periodo fino al 2030 sarà cruciale. A quel punto, saranno necessarie riduzioni sostanziali delle emissioni di CO2 a livello globale. I paesi ricchi, che da un lato sono i maggiori inquinatori del pianeta e, dall’altro, hanno più mezzi finanziari, hanno una grande responsabilità in questo senso.La Svizzera non fa eccezione. La revisione della legge sul CO2 è un buon inizio, ma non è sufficiente. Sono urgentemente necessarie ulteriori misure per garantire un’attuazione coerente dell’accordo, come la decarbonizzazione della piazza finanziaria svizzera e l’abbandono dei combustibili e dei combustibili fossili entro il 2040 al più tardi. Affinché ciò sia possibile, il Parlamento deve agire prima della fine di questa legislatura. In qualità di membri dell’Iniziativa per i ghiacciai chiediamo al governo svizzero di mantenere le promesse fatte al momento della firma dell’accordo di Parigi. L’iniziativa fornisce la base giuridica per abbandonare i combustibili fossili e raggiungere una società zero netto.

Le sementi devono appartenere alle contadine e ai contadini che le usano. Questa è la richiesta avanzata da oltre 2300 persone provenienti da 11 paesi che hanno scritto una lettera alla Segreteria di Stato dell’economia (Seco). Quest’ultima ha reagito con una presa di posizione ufficiale, che Azione Quaresimale e Pane per tutti hanno commentato.

Durante la Campagna ecumenica quaresimale 2020, svoltasi fra febbraio e aprile, circa 2400 fra contadine e contadine da 11 paesi di Africa, Asia e America Latina, come pure cittadini e cittadine in Svizzera hanno inviato oltre 1300 lettere alla Segreteria di Stato dell’economia (Seco). Nelle missive si esorta la Seco a non più esigere, all’interno di accordi di libero scambio con paesi del Sud, leggi sulla protezione delle varietà vegetali secondo la Convenzione UPOV91. Si tratta infatti di leggi che limitano l’accesso alle sementi, contribuendo a ridurne drasticamente le varietà e minacciando la sicurezza alimentare a livello mondiale.

In una presa di posizione ufficiale nel febbraio 2020, la Seco ha reagito a queste lettere: la “Coalizione svizzera per il Diritto alle sementi” (di cui fanno parte anche Azione Quaresimale e Pane per tutti) ha a sua volta replicato in modo esaustivo (versione per esteso in francese) alla risposta della Seco.

Qui può trovare una sintesi dell’analisi fatta dalla Coalizione sui punti principali sollevati dalla Seco:

Reazione alla presa di posizione della Seco (versione ridotta)

L’adesione all’UPOV91 non è un presupposto ma un requisito di base

La Svizzera «non farebbe dell’adesione all’UPOV un presupposto per la conclusione di un accordo di libero scambio». Per la “Coalizione svizzera per il Diritto alle sementi” questa affermazione è fuorviante. Secondo la dichiarazione della Seco, l’adesione all’UPOV o a una legge sulla protezione delle varietà vegetali secondo i criteri dell’UPOV91 non è un presupposto per un accordo di libero scambio con la Svizzera. Tuttavia, è un requisito fondamentale della Svizzera quando si avviano tutti i negoziati per gli accordi di libero scambio con i Paesi non UPOV.

Un sistema ideato da pochi, che deve valere per molti

La Convenzione UPOV è dominata dagli interessi dell’industria semenziera, anche se ora vi sono anche paesi in via di sviluppo che l’hanno sottoscritta. Originariamente, la Convenzione fu negoziata nel 1961 da sei paesi dell’Europa occidentale. Gli allora 20 Stati membri dell’UPOV parteciparono all’elaborazione della versione del 1991, richiesta dalla Svizzera negli accordi di libero scambio. L’unico Paese del Sud al tavolo delle trattative fu il Sudafrica, allora sotto il governo dell’apartheid. La voce del Sud è quindi stata completamente tralasciata. In termini di legittimità, la Convenzione UPOV non può quindi in alcun modo essere equiparata a un accordo dell’ONU o delle sue agenzie specializzate, dove praticamente tutti i Paesi sono autorizzati a partecipare ai negoziati. I Paesi in via di sviluppo tra gli attuali membri dell’UPOV hanno ratificato, laddove possibile, la versione del 1978, che consente loro anche maggiori libertà per quanto riguarda i diritti degli agricoltori. Anche grandi produttori agricoli come Cina, Brasile o Argentina hanno firmato la versione del ‘78. La Seco chiede ora che paesi molto più poveri come l’Indonesia o la Malesia introducano misure di protezione delle varietà vegetali più severe rispetto a questi mega produttori agricoli. Altri Paesi in via di sviluppo che hanno ratificato la legge UPOV del 1991 lo hanno fatto perché sono stati costretti a farlo da accordi di libero scambio come quelli dell’AELS (Associazione europea di libero scambio) o degli USA (ad esempio Perù, Marocco, Costa Rica). 

Predicare bene ma razzolare male

Contrariamente a quanto sostiene la Seco, non è quindi ovvio che la Svizzera e l’AELS esigano dai paesi partner una legge sulla protezione delle varietà vegetali ai sensi dell’UPOV 91. Ciò è tanto più vero in quanto tre dei quattro Stati dell’AELS (Svizzera, Norvegia e Liechtenstein) non soddisfano tali requisiti con le proprie leggi: i paesi dell’AELS esigono dai paesi partner leggi più severe in materia di protezione delle varietà vegetali di quelle che essi stessi sono disposti a introdurre.

Nella sua dichiarazione, la Seco suggerisce l’apertura a una migliore presa in considerazione dei diritti delle contadine e dei contadini alle sementi: «L’obiettivo di ogni accordo di libero scambio negoziato dalla Svizzera è quello di creare la migliore soluzione possibile per tutti gli interessati. La Svizzera e gli altri Stati membri dell’AELS sono quindi aperti a trovare soluzioni alternative individuali con i Paesi partner, se necessario… Ciò è stato fatto, ad esempio, nei negoziati recentemente conclusi con l’Indonesia e le Filippine».

Questo non è corretto. Secondo l’accordo di libero scambio, l’Indonesia deve attuare tutte le «disposizioni essenziali» della Convenzione UPOV91. L’unica cosa che è stata concessa all’Indonesia è il diritto di continuare a proteggere le sue varietà locali. Tuttavia, ciò non ha alcun legame diretto con il diritto delle contadine e dei contadini di riprodurre, scambiare o vendere sementi di varietà protette. In questo caso non si può quindi parlare di una «soluzione alternativa».

In contraddizione rispetto ai diritti degli agricoltori

Per trovare la migliore soluzione possibile, è essenziale che nel processo di negoziazione si tenga conto anche degli interessi delle contadine e dei contadini. Tuttavia, poiché i negoziati sugli accordi di libero scambio si svolgono a porte chiuse, non vi è alcuna possibilità per gli interessati di partecipare direttamente ai colloqui. Questa esclusione è contraria ai diritti delle contadine e dei contadini sanciti dal Trattato internazionale sulle sementi della FAO (Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura) e dalla Dichiarazione dei diritti degli agricoltori dell’ONU. Inoltre, il Seco si rifiuta ancora di considerare le implicazioni dell’UPOV91 sui diritti umani. Anche se vari studi e rapporti indicano che l’introduzione della Convenzione UPOV91 potrebbe mettere a repentaglio i diritti umani, in particolare il diritto al cibo.

Interessi delle multinazionali prioritari

Una richiesta concreta formulata nelle lettere inviate alla Seco è stata, tra l’altro, quella di rinunciare alla richiesta di aderire all’UPOV nei negoziati per l’accordo di libero scambio in corso con la Malesia. Questa specifica richiesta non è stata menzionata nella presa di posizione ufficiale.

La Seco si riferisce anche alla Svizzera come luogo di ricerca, che «è interessata ad un’adeguata protezione dei diritti di proprietà intellettuale anche nei paesi partner». In questo modo è chiaro che continua a dare più peso agli interessi dei produttori di sementi commerciali e statali, comprese le multinazionali attive nel settore dell’agro industria che dominano il mercato, che non ai diritti delle contadine e dei contadini.

La dichiarazione si conclude con la volontà della Seco di «continuare il dialogo con i vari gruppi di interesse». Da parte sua la Coalizione svizzera per il Diritto alle sementi continuerà a cercare il dialogo con la Seco.

Ci aiuti anche lei a difendere i diritti umani

Scelga l'importo desiderato

Lugano / Berna, 13 aprile 2020 – Le sementi devono appartenere alle contadine e ai contadini che le usano: questo è quanto chiedono più di 2300 persone provenienti da 11 paesi nelle loro lettere inviate alla Seco. La partecipazione a questa azione, organizzata dalle organizzazioni di cooperazione allo sviluppo Azione Quaresimale, Pane per tutti ed Essere solidali nell’ambito della Campagna ecumenica, ha superato ogni aspettativa.

Attualmente la Segreteria di Stato dell’economia (Seco) sta negoziando accordi di libero scambio con diversi paesi, nei quali si esige fra le altre cose, una rigorosa protezione delle varietà vegetali per le sementi. Contadine e contadini si oppongono a questa richiesta perché limiterebbe drasticamente il loro diritto sulle sementi. Nelle ultime settimane la Seco ha ricevuto circa 1300 lettere di protesta da parte di contadini dell’Asia, dell’Africa e dell’America Latina, senza contare le numerose lettere di solidarietà dalla Svizzera. Le lettere sono state firmate da oltre 2300 persone provenienti da undici nazioni. «Le numerose reazioni pervenute da così tanti Paesi dimostrano quanto questo tema sia rilevante per le contadine e i contadini», dichiara Tina Goethe, esperta di diritto al cibo presso Pane per tutti.

 

La Seco ha ora reagito con una presa di posizione ufficiale. In essa, riconosce la preoccupazione degli agricoltori di tutto il mondo per il diritto alle sementi come una questione importante ed esprime l’apertura «a trovare soluzioni alternative individuali con i paesi partner, se necessario». Tuttavia, non si sa come la Svizzera, concretamente, intenda rispondere a queste preoccupazioni. Pane per tutti e Azione Quaresimale continueranno ad impegnarsi per far sì che gli accordi di libero scambio svizzeri non richiedano più severe leggi sulla protezione delle varietà vegetali; lo faranno in particolare nell’ambito della neo-costituita Coalizione per il diritto alle sementi, dove insieme ad altre organizzazioni continueranno anche in futuro a perseguire i loro sforzi sul tema della campagna “Insieme per un’agricoltura capace di seminare il nostro futuro”. Claudia Fuhrer, esperta di diritto al cibo presso Azione Quaresimale sottolinea: «Chi controlla le sementi controlla il cibo. È quindi importante che le contadine e i contadini continuino ad avere accesso illimitato alle sementi, di cui i grandi gruppi agroindustriali non devono avere il monopolio».

Il Covid-19 ha messo la Campagna sottosopra

Poco dopo il lancio della Campagna ecumenica a fine febbraio, la pandemia di coronavirus ha paralizzato la vita pubblica in Svizzera. La maggior parte dei pranzi e delle cene solidali, delle funzioni religiose e degli eventi pubblici previsti hanno dovuto essere cancellati. Anche la tradizionale “Giornata delle rose”, con la vendita di rose per strada a inizio primavera non ha potuto avere luogo. Ciò significa che alle tre organizzazioni di cooperazione internazionale viene a mancare almeno mezzo milione di franchi svizzeri di fondi destinati ai progetti di cooperazione allo sviluppo. Le 80’000 con il marchio Max Havelaar del commercio equo e solidale già ordinate, sono state regalate a case per anziani e ospedali: un gesto che ha avuto un grande riscontro e che ha toccato/colpito molte persone.

Le tre ONG hanno quindi ideato e proposto delle alternative per permettere alle persone di vivere la Campagna, anche da casa propria. «Grazie ad uno sforzo collettivo siamo stati in grado di offrire rapidamente delle alternative e rianimare così lo spirito della Campagna ecumenica» afferma Bernd Nilles, direttore di Azione Quaresimale, che aggiunge: «È tragico che a seguito della situazione venutasi a creare a causa del Covid-19, le offerte destinate ai più poveri siano diminuite molto. Cercheremo di porvi rimedio nel corso dell’anno». Solo nelle prossime settimane sarà possibile determinare in quale misura la pandemia di Coronavirus abbia avuto ripercussioni sulle offerte e l’entità della riduzione.

Secondo Bernard DuPasquier, direttore di Pane per tutti, rimane una consolazione: «Sono particolarmente colpito dall’ondata di solidarietà che stiamo vivendo nel nostro Paese», spiega, sottolineando al contempo che questa solidarietà non dovrebbe limitarsi alla sola Svizzera, ma che l’impegno delle organizzazioni di cooperazione allo sviluppo al Sud è particolarmente importante in questo momento.

Presa di posizione della Seco in merito alla protezione delle varietà vegetali negli accordi di libero scambio:

https://www.seco.admin.ch/seco/it/home/seco/stellungnahmen_medienbeitraege.html#1183045209

 

Galleria di immagini delle persone che hanno firmato e inviato le lettere:

https://vedere-e-agire.ch/lettere/

Per maggiori informazioni:

  • Federica Mauri, comunicazione e PR Azione Quaresimale; , 079 662 45 22
  • Gabriela Neuhaus, responsabile media Pane per tutti, , 031 380 65 71 (D e F)

La Campagna ecumenica in breve

Dal 1969, Pane per Tutti (l’organizzazione di cooperazione internazionale delle Chiese evangeliche della Svizzera) e Azione Quaresimale (l’organizzazione di cooperazione internazionale della chiesa cattolica Svizzera) realizzano ogni anno una Campagna durante i 40 giorni che precedono la Pasqua. Dal 1994 vi collabora anche Essere solidali (l’organizzazione di cooperazione internazionale della Chiesa veterocattolica). La Campagna ecumenica ha lo scopo di sensibilizzare l’opinione pubblica sulle ingiustizie che condannano più di 800 milioni di persone nel mondo a patire a causa della fame e della povertà. Ma il solo prendere coscienza di questa realtà non basta, bisogna anche agire. Per questo motivo le tre organizzazioni di cooperazione allo sviluppo mostrano possibili soluzioni come il cambiare il proprio stile di vita e di consumo, fare un’offerta per sostenere un progetto al Sud o prendere parte ad un’azione, facendo così della Campagna ecumenica il simbolo di una solidarietà vissuta.

Lugano/Berna – Azione Quaresimale e Pane per tutti regalano rose agli ospedali, alle case di riposo e alle case di cura. Tali fiori erano destinati alla vendita in occasione della tradizionale “Giornata delle rose”, che non ha potuto aver luogo a causa delle disposizioni sul Coronavirus. Questa azione alternativa vuole portare un po' di speranza e di colore alle persone anziane nelle case di riposo e a quelle ricoverate in ospedale, che non possono più ricevere visite. Ma le rose vogliono anche essere un ringraziamento al personale curante per il loro instancabile impegno in questa situazione di crisi.

Azione Quaresimale e Pane per tutti regalano rose a ospedali, case di riposo e di cura. I fiori avrebbero dovuto essere venduti in occasione della tradizionale “Giornata delle rose”, che non ha potuto aver luogo a causa delle disposizioni sul coronavirus. L’azione alternativa è stata voluta per portare speranza e colore alle persone anziane nelle case di riposo e a quelle ricoverate in ospedale, che da settimane non possono più ricevere visite. Inoltre le rose esprimono un ringraziamento al personale curante per l’instancabile impegno in questa situazione di crisi.

Sabato 21 marzo centinaia di persone, a titolo volontario, si erano messe a disposizione per animare le piazze di tutta la Svizzera con la vendita di rose del commercio equo e solidale. Il ricavato sarebbe servito a finanziare i progetti di Pane per tutti e Azione Quaresimale. Ma il Covid-19 ha reso impossibile questa azione dopo l’emanazione e la generalizzazione delle misure di contenimento.

Invece di far appassire le rose nei magazzini, abbiamo pensato di regalarle. Così, venerdì 20 marzo, ospedali, case di riposo e di cura di Zurigo, Lucerna, Berna, Basilea e Losanna hanno ricevuto un totale di 50’000 rose. Sebbene fosse un’idea nata in Ticino, la distribuzione al Sud delle Alpi non è stata possibile per questioni logistiche.

Azione Quaresimale e Pane per tutti esprimono la loro gratitudine a tutte le istituzioni coinvolte. Grazie alla loro reattività e alla loro professionalità è stato possibile portare a termine questa iniziativa, in un periodo in cui le opere sociali e sanitarie sono molto sollecitate.

Ulteriori informazioni:
Mischa von Arb, coordinatore della Campagna ecumenica, , +41 78 625 27 12

Lugano / Berna, 17 marzo 2020 – Quest'anno, per la prima volta in 17 anni d’esistenza, la tradizionale “Giornata delle rose” non avrà luogo. Sabato 21 marzo, la prevista vendita di rose del commercio equo, proposta nell’ambito della Campagna ecumenica di Azione Quaresimale, Pane per tutti ed Essere solidali è infatti stata annullata. Nessuna delle 80'000 rose ordinate sarà venduta e il ricavato previsto non potrà andare a sostegno dei progetti al Sud delle tre organizzazioni di cooperazione allo sviluppo.

Molte persone nelle parrocchie si erano messe a disposizione a titolo volontario per vendere rose a sostegno dei progetti al Sud delle tre organizzazioni di cooperazione internazionale sabato 21 marzo. L’epidemia di coronavirus ha però deciso altrimenti.

«Tutto ciò ci rattrista molto. La Giornata delle rose è una meravigliosa opportunità per dare visibilità alla Campagna ecumenica e per mostrare il grande impegno delle parrocchie», afferma Matthias Dörnenburg, responsabile del dipartimento Comunicazione presso Azione Quaresimale. «Ma la salute della popolazione è chiaramente prioritaria».

La Giornata delle rose permette di raccogliere ogni anno all’incirca mezzo milione di franchi svizzeri, che sono destinati interamente ai progetti delle tre organizzazioni in paesi di Africa, Asia e America Latina. Lì Pane per tutti, Azione Quaresimale ed Essere solidali si impegnano per un mondo senza fame e senza povertà e per condizioni di vita degne per tutte e tutti.

Si sta ora discutendo quale sorte sarà riservata alle 80.000 rose ordinate. Diverse case per anziani sono state contattate ed è stato chiesto loro se le rose potessero essere distribuite gratuitamente ai residenti che attualmente non possono ricevere visite da parte di familiari e conoscenti. Le rose inoltre potrebbero portare un po’ di colore e un raggio di speranza anche al personale curante che in questo periodo difficile si sta prodigando senza sosta. In fondo i fiori infondono gioia e sarebbe peccato lasciarli appassire in una cella frigorifera.

Con l’applicazione “Give a Rose”, è possibile offrire rose virtuali, accompagnate da una dedica, e questo tutto l’anno: un modo per diffondere un po’ di gioia anche se la Giornata delle rose non avrà luogo.

Ulteriori informazioni:

Madlaina Lippuner, coordinazione comunicazione Campagna ecumenica,
, 076 307 28 77.

Lugano / Berna, 26 febbraio 2020 - La Svizzera sta negoziando attualmente un accordo di libero scambio con la Malesia. Se questo entrerà in vigore, gli agricoltori malesi perderanno il controllo delle loro sementi a favore dei grandi gruppi agroindustriali. Questo minaccia il loro sostentamento. Azione Quaresimale, Pane per tutti e Essere solidali sostengono quindi la loro azione di protesta, che interessa quattro continenti.

Nell’accordo di libero scambio in fase di negoziazione, la Svizzera esige che la Malesia introduca una severa legge sulla protezione delle varietà vegetali in materia di sementi, conformemente alla Convenzione internazionale UPOV 91 (ratificata nel 1991). La protezione delle varietà vegetali, una sorta di brevetto sulle sementi, garantisce alle aziende selezionatrici diritti di monopolio, di cui beneficiano soprattutto le multinazionali dell’agricoltura, mentre agli agricoltori non è più permesso scambiare e vendere liberamente le sementi. In futuro dovranno acquistarle a caro prezzo ogni anno dalle aziende semenziere.

«Se non ci è più permesso produrre i nostri semi, saranno le aziende semenziere a determinarne il prezzo. La legge ci impedisce anche di trasmettere il nostro sapere tradizionale alle generazioni future», afferma Borhan Omar, consigliere locale di Sungai Rusa, un piccolo paese in Malesia. Da generazioni, le famiglie contadine della sua comunità hanno coltivato le proprie sementi: le moltiplicano, le scambiano e le vendono.

Si tratta di una situazione inaccettabile per Pane per tutti, Azione Quaresimale ed Essere solidali. «La legge sulla protezione delle varietà vegetali richiesta dalla Svizzera significa che le persone perdono il diritto alle proprie sementi. Questo contraddice la Dichiarazione dell’ONU sui diritti delle contadine e dei contadini, che è stata co-firmata dalla Svizzera nel 2018», afferma Tina Goethe, responsabile del tema Diritto al cibo presso Pane per tutti.

Lettere dalla Malesia

Oggi, tre imprese controllano più della metà delle sementi commercializzate in tutto il mondo, tra cui Syngenta, con sede in Svizzera. Ciò significa che poche aziende decidono cosa viene coltivato e cosa viene mangiato. Le conseguenze di ciò si fanno già sentire nei paesi in cui operano Azione Quaresimale e Pane per tutti.

Per evitare che ciò avvenga in Malesia, Borhan Omar e circa 90 agricoltori malesi hanno inviato lettere alla Segreteria di Stato dell’economia (Seco), che sta conducendo i negoziati. Vogliono che la richiesta di una legge sulla protezione delle varietà vegetali (come impone la convenzione UPOV 91) sia eliminata dall’accordo di libero scambio.

Finora oltre 1000 persone da Africa, America Latina, Europa e da altre nazioni asiatiche hanno scritto alla Seco per esprimere la loro preoccupazione e la loro solidarietà con la Malesia. La popolazione svizzera è anch’essa invitata a sostenere questa azione, come già fatto da più di 200 persone e numerose parrocchie.

«Molte organizzazioni partner di paesi in cui è già in vigore la legge sulla protezione delle varietà vegetali si lamentano delle massicce restrizioni per gli agricoltori. E dove non è ancora stato implementato, aleggia su di loro come una spada di Damocle», afferma Claudia Fuhrer, responsabile per la tematica Diritto al cibo presso Azione Quaresimale. «La Svizzera non deve quindi esigere leggi severe sulla protezione delle varietà vegetali neanche nei futuri accordi commerciali con i Paesi in via di sviluppo» aggiunge.

Con il motto «Insieme per un’agricoltura capace di seminare il nostro futuro», Azione Quaresimale, Pane per tutti ed Essere solidali, con la Campagna ecumenica 2020 chiedono che le sementi rurali e il controllo su di esse rimangano nelle mani delle contadine e dei contadini.

Nella Svizzera italiana, allo scopo di sensibilizzare il pubblico sulla problematica, sarà presente per alcuni giorni una ospite dal Sudafrica, Mercia Andrews, che porterà la sua testimonianza diretta martedì 10 marzo a Bellinzona (alle ore 20:15 presso la Chiesa di San Giovanni). Mercia Andrews è co-direttrice del Trust for Community Outreach and Education (TCOE), un’organizzazione partner di Azione Quaresimale in Sudafrica e dirige una rete di associazioni di contadine impegnate nel fare lobby per la protezione delle sementi coltivate, i modelli agricoli alternativi, la biodiversità e la giustizia climatica. 

Dossier stampa e materiale d’approfondimento:

Ulteriori informazioni e interviste:

  • Tina Goethe, dossier Diritto al cibo Pane per tutti, , 031 380 65 93 / 076 516 59 57 (D e F)
  • Claudia Fuhrer, responsabile Programma Diritto al cibo Azione Quaresimale, , +41 41 227 59 42 (D e F)
  • Federica Mauri, comunicazione e PR Azione Quaresimale; , 091 922 70 47
  • Gabriela Neuhaus, responsabile media Pane per tutti, , 031 380 65 71 (D e F)

La Campagna ecumenica in breve

Dal 1969, Pane per Tutti (l’organizzazione di cooperazione internazionale delle Chiese evangeliche della Svizzera) e Azione Quaresimale (l’organizzazione di cooperazione internazionale della chiesa cattolica Svizzera) realizzano ogni anno una Campagna durante i 40 giorni che precedono la Pasqua. Dal 1994 vi collabora anche Essere solidali (l’organizzazione di cooperazione internazionale della Chiesa veterocattolica). La Campagna ecumenica ha lo scopo di sensibilizzare l’opinione pubblica sulle ingiustizie che condannano più di 800 milioni di persone nel mondo a patire a causa della fame e della povertà. Ma il solo prendere coscienza di questa realtà non basta, bisogna anche agire. Per questo motivo le tre organizzazioni di cooperazione allo sviluppo mostrano possibili soluzioni come il cambiare il proprio stile di vita e di consumo, fare un’offerta per sostenere un progetto al Sud o prendere parte ad un’azione, facendo così della Campagna ecumenica il simbolo di una solidarietà vissuta.

Il Consiglio degli Stati ha adottato oggi un controprogetto alibi. La lobby delle multinazionali ha quindi prevalso. Multinazionali come Glencore e Syngenta non saranno ritenute responsabili per i danni causati, ma dovranno soltanto pubblicare una volta all'anno un bell’opuscolo patinato.

In seguito alla decisione odierna del Consiglio degli Stati, è molto probabile che la Svizzera l’anno prossimo voterà sull’Iniziativa per multinazionali responsabili. Il controprogetto alibi, redatto ad hoc in tempi rapidi dalla Consigliera federale Keller-Sutter ha ottenuto una maggioranza al Consiglio degli Stati. Naturalmente, questa proposta non comporterà il ritiro dell’Iniziativa, dato che non contiene alcuna normativa vincolante atta ad impedire le violazioni dei diritti umani da parte delle multinazionali.

Con la decisione odierna, la maggioranza del Consiglio degli Stati adotta un ruolo protettivo nei confronti delle grandi multinazionali senza scrupoli come Syngenta e Glencore, e vuole che anche in futuro queste società non siano ritenute responsabili per le violazioni dei diritti umani commesse. Il controprogetto alibi adottato non apporta alcun miglioramento, ma ha lo scopo di far credere agli elettori che l’Iniziativa per multinazionali responsabili non sia più necessaria.

Dick Marty, copresidente del Comitato d’Iniziativa, è convinto che la popolazione non cadrà in questa trappola: «Ritengo che questo controprogetto alibi non disorienterà gli elettori, perché tutti sappiamo che sono proprio le grandi multinazionali senza scrupoli a pubblicare con piacere opuscoli patinati sul loro operato. Società come Glencore inizieranno a svolgere le loro attività correttamente solo quando le violazioni dei diritti umani avranno delle conseguenze di cui dovranno rispondere».

Al voto l’anno prossimo

La votazione si svolgerà probabilmente nell’autunno/inverno 2020. Dick Marty guarda con fiducia alla campagna per il voto: «Il grande sostegno – soprattutto da parte degli ambienti economici – mi rende ottimista. Sono molto fiducioso, in quanto la nostra Iniziativa ha una pretesa ovvia: quando le multinazionali avvelenano l’acqua potabile oppure distruggono intere regioni, devono assumersi le loro responsabilità».

Dopo oltre due anni di dibattiti, 20 riunioni delle Commissioni e a dispetto di due chiare approvazioni da parte del Consiglio nazionale, il Consiglio degli Stati oggi avrebbe avuto l’opportunità di adottare un compromesso ampiamente condiviso. Anche se questo compromesso comportava tagli sostanziali all’Iniziativa per multinazionali responsabili, avrebbe comunque portato all’adozione di una regolamentazione minima rispetto alle violazioni più gravi dei diritti umani da parte delle multinazionali.

Ora tocca al Consiglio nazionale decidere se vuole mantenere fede al proprio controprogetto. Con la decisione odierna del Consiglio degli Stati, tuttavia, è molto probabile che si andrà a votare. 

Sostenga anche lei la promozione dei diritti umani

Firmate la petizione indirizzata a Glencore: in Cerro de Pasco una miniera gigantesca di Glencore ha creato una voragine nel centro della città. Il suolo, l’acqua e l’aria sono fortemente inquinati.

Mentre Glencore cerca di sminuire il problema e di sottrarsi alle sue responsabilità, un’analisi effettuata su campioni di capelli di bambini che vivono a Cerro de Pasco (in Perù), mostra che l’esposizione al piombo ha continuato a peggiorare negli ultimi anni. L’avvelenamento da piombo causa anemia, disabilità e paralisi.

L’Iniziativa per multinazionali responsabili, che Azione Quaresimale sostiene fin dai suoi esordi, ha avviato un’azione tramite lettere di protesta ai vertici di Glencore. L’azienda deve smetterla di sottrarsi alle sue responsabilità e di avvelenare bambini e adulti a Cerro de Pasco con metalli pesanti.

Insieme, possiamo fare in modo che aziende come Glencore rispondano per quello che fanno.

Sostenga anche lei la difesa dei diritti umani

Berna/Lugano, 22 aprile 2019  ̶  La Campagna ecumenica del 50esimo, con il motto “Insieme con le donne impegnate del mondo. Insieme per un mondo migliore”, è stata l’occasione per celebrare e ripercorrere il lavoro e i risultati più importanti raggiunti in 50 anni. L’attenzione si è concentrata sui diritti delle donne come tributo al loro impegno esemplare a favore delle loro famiglie e comunità.

 «Fin da bambina mi sono resa conto che noi donne qui nelle campagne non abbiamo voce in capitolo. Siamo emarginate e i nostri problemi non sono presi sul serio. Mi impegno affinché le cose cambino» (Nomvuzo Nopote, Sudafrica)

Oggi si conclude la 50esima Campagna ecumenica di Pane per tutti, Azione Quaresimale e Essere solidali. Le tre organizzazioni di cooperazione allo sviluppo desiderano dire GRAZIE ai numerosi volontari e volontarie nelle parrocchie e nelle comunità e alle tre ospiti provenienti dai paesi del Sud, ovvero Suor Nathalie, avvocatessa della Repubblica Democratica del Congo, Marie Crescence Ngobo, segretaria esecutiva del Réseau du Devéloppement Durable (RADD) in Camerun e Bembet Madrid, promotrice del cambiamento sociale nelle Filippine.

Le tre donne hanno dato voce alle loro connazionali con impressionanti descrizioni, in occasioni di diversi eventi e serate in tutta la Svizzera. Hanno sottolineato cosa significa impegnarsi a difesa della popolazione, della salute pubblica e della terra nelle zone in cui si estraggono materie prime, e spiegato perché non possono fare a meno di continuare a battersi per rendere il mondo un posto migliore per tutti gli esseri umani. Infine un sentito grazie giunga anche alla popolazione svizzera, che da 50 anni con il suo sostegno contribuisce ad affrontare le cause e a far luce sulle ragioni strutturali dell’ingiustizia e della povertà.

Soeur Nathalie Kangaji setzt sich im Kongo für die Rechte der Bevölkerung im Umfeld der Rohstoff-Minen ein. © Meinrad Schade
«La povertà che mi circonda ha molti volti ed è così grave che non si può far finta che non esista» (Suor Nathalie, Repubblica Democratica del Congo)

Pane, rose e… zuppa

Circa 500 parrocchie hanno partecipato alla tradizionale Giornata delle rose di quest’anno e hanno venduto 91.700 rose in uno splendido sabato di primavera. In 466 panetterie è stato offerto il pane per condividere, mentre in occasione della festa per il 50esimo sono stati distribuiti 550 litri di zuppa, cucinata per l’occasione dal rinomato chef Mirko Buri, pioniere della filosofia anti spreco. Il Coro delle Nazioni ha fornito una degna cornice al culto ecumenico, mentre la mostra con i ritratti di “50 donne impegnate” ha attirato molta attenzione.

È un lungo viaggio quello che Azione Quaresimale e Pane per tutti hanno percorso insieme dal 1969, e in seguito con il sostegno di Essere solidali. Eppure molte cose ci ricordano la situazione di 50 anni fa. La cooperazione allo sviluppo ancora oggi è sotto pressione e il mondo è tuttora segnato da ingiustizie e squilibri. In questo contesto, la Campagna ecumenica è più importante che mai per informare le persone sulle interrelazioni in un mondo globalizzato e motivarle ad agire.

«Ogni persona, indipendentemente da dove abita, dalla sua età e dal suo vissuto ha i medesimi diritti. Noi dobbiamo difendere questi diritti». (Khalisah Khalid, Indonesia)

Ulteriori informazioni:

, comunicazione e PR Azione Quaresimale, 079 662 45 22

 

La Campagna ecumenica: informare, indicare piste d’azione, raccogliere fondi: dal 1969, Pane per Tutti (l’organizzazione di cooperazione internazionale delle Chiese evangeliche della Svizzera) e Azione Quaresimale (l’organizzazione di cooperazione internazionale dei cattolici in Svizzera) realizzano ogni anno una Campagna durante i 40 giorni che precedono la Pasqua. Dal 1994 vi collabora anche Essere solidali (l’organizzazione di cooperazione internazionale della Chiesa veterocattolica). Ogni anno, queste tre organizzazioni insieme portano all’attenzione del grande pubblico un tema riguardante la politica di sviluppo.

www.vedere-e-agire.ch

 

https://azionequaresimale.ch

http://www.bfa-ppp.ch

www.partner-sein.ch

 

Il Consiglio degli Stati ha respinto ieri il controprogetto all'Iniziativa per multinazionali responsabili. Tuttavia, un reportage dai villaggi intorno alle miniere di Glencore nella Repubblica democratica del Congo sottolinea ancora una volta la necessità di misure vincolanti per proteggere le persone e l'ambiente.

Nel sud-est della Repubblica Democratica del Congo, Glencore estrae rame e cobalto in due enormi miniere. La società mineraria svizzera sta realizzando profitti enormi, ma la popolazione che vive in condizioni di povertà, soffre di inquinamento dell’aria e del suolo e ha un accesso insufficiente all’acqua potabile e alle cure mediche.

Pane per tutti e Azione Quaresimale e le loro organizzazioni partner locali nella R. D. del Congo lavorano da tempo per i diritti di queste persone. E stanno facendo tutto il possibile per garantire che Glencore si assuma maggiori responsabilità e in particolare si assuma la responsabilità per i danni causati. Se fosse stato introdotto a livello giuridico l’obbligo di dovuta diligenza, Glencore avrebbe dovuto fare tutto ciò che era in suo potere per prevenire le violazioni dei diritti umani e l’inquinamento ambientale nella fase di preparazione all’estrazione mineraria. Tuttavia al momento esistono solo misure su base volontaria.

In una coalizione, Azione Quaresimale e Pane per tutti sostengono quindi l’Iniziativa per multinazionali responsabili. Ieri mattina, il controprogetto è stato discusso dal Consiglio degli Stati e respinto.

Il nostro “web report” vi porta nei quartieri della città mineraria di Kolwezi e nei villaggi vicino alle miniere. Mostra le condizioni in cui vivono le persone e il motivo per cui l’Iniziativa per multinazionali responsabili è così importante.

Sostenga assieme a noi il rispetto dei diritti umani

Affinché le persone nella Repubblica Democratica del Congo o in altri paesi vedano rispettati i loro diritti

Dopo 15 riunioni di commissione ripartite su un anno e mezzo, il Consiglio degli Stati ha deciso oggi con una piccola maggioranza di non entrare in materia su un controprogetto all’iniziativa per multinazionali responsabili e ha raccomandato al popolo di respingere l’iniziativa.

Questa decisione non sorprende. Durante la scorsa settimana la lobby delle multinazionali, guidata da SwissHoldings ed Economiesuisse, ha fatto un’enorme pressione contro qualsiasi proposta di un compromesso. Un lavoro di lobbying che sembra aver funzionato. Contrariamente al Consiglio nazionale, che nel giugno 2018 aveva sostenuto un controprogetto con 121 voti contro 73, il Consiglio degli Stati non vuole introdurre la benché minima regola contro le violazioni dei diritti umani e i danni ambientali. Questo significa che multinazionali come Glencore, Syngenta e Novartis possono continuare a fare i propri affari in modo irresponsabile, senza che questo abbia conseguenze per loro.

Il successo della lobby delle multinazionali è il risultato di un doppio gioco. Economiesuisse e SwissHoldings hanno bloccato il controprogetto dall’inizio e ignorato le concessioni fatte in loro favore, mentre gli iniziativisti avevano fatto un passo nella loro direzione e preso in considerazione 20 limitazioni. Nei giorni precedenti la seduta del Consiglio degli Stati le due organizzazioni hanno inoltre alimentato l’incertezza diffondendo false affermazioni. Gli argomenti ideologici li hanno smascherati: probabilmente molti dei loro membri fanno affari in modo irresponsabile e per questo vogliono impedire le possibili conseguenze.

Per Dick Marty, co-presidente del comitato d’iniziativa, “la decisione di oggi agli Stati significa che le multinazionali potranno continuare a fare affari in modo irresponsabile.”

Sta ora al Consiglio nazionale decidere se vuole o meno mantenere il controprogetto. Il comitato di iniziativa mantiene naturalmente la propria proposta di ritirare l’iniziativa se il controprogetto proposto dal Consiglio nazionale fosse accettato. Dick Marty pensa a una campagna di voto con serenità: “L’importante sostegno all’iniziativa – in particolare anche dagli ambienti economici – mi rende ottimista. Queste aziende constatano che gli scandali a ripetizione sono dannosi per la reputazione del nostro paese e che la regolamentazione proposta aiuta la piazza economica svizzera a prepararsi per il futuro.”

La votazione sull’iniziativa multinazionali responsabili avrà luogo al più presto nel febbraio 2020.

Cosa chiede l’Iniziativa

L’Iniziativa vuole costringere le multinazionali a vegliare sul rispetto dei diritti umani e dell’ambiente nelle proprie attività. Per garantire che tutte le multinazionali rispettino questa nuova legge, i danni devono avere delle conseguenze. In futuro le multinazionali dovrebbero quindi essere ritenute responsabili per le violazioni dei diritti umani commesse dalle loro filiali.  

Per eventuali domande potete rivolgervi a:

– Chantal Peyer, 079 759 39 30
– Dick Marty, 079 621 29 39

Maggiori informazioni sull’iniziativa: www.iniziativa-multinazionali.ch

Maggiori informazioni sul comitato d’imprenditori/trici «Economie pour des entreprises responsables»: www.entreprises-responsables.ch

Sostenga le persone affinché possano decidere autonomamente del proprio futuro.

Scelga l'importo desiderato

Coraggiose paladine della giustizia: l'impegno delle donne per il cambiamento

La Campagna ecumenica 2019, la 50esima organizzata da Azione Quaresimale e Pane per tutti, in collaborazione con Essere solidali, si concentra sui diritti delle donne. Con il motto “Insieme con le donne impegnate nel mondo – Insieme per un mondo migliore”, essa vuole essere un tributo al loro impegno esemplare a favore delle loro famiglie e comunità. Giustizia, diritti umani e dignità umana sono i temi che hanno contraddistinto le campagne degli ultimi 50 anni. Questa cooperazione ecumenica, oltre che longeva, è unica al mondo.

«Quando ti rendi conto di ciò che sta accadendo nel mondo, ti senti in dovere di impegnarti» (Alimata Traoré, Mali)

Le donne ricoprono un ruolo essenziale nell’economia globale, tuttavia esse sono sottorappresentate a tutti i livelli decisionali, soprattutto quando si tratta di decidere e di controllare l’utilizzo delle risorse. Le donne mantengono la rete sociale e in molte parti del mondo, nelle aree rurali si fanno carico di una grande parte dei lavori agricoli, oltre ad occuparsi dei figli, degli ammalati e degli anziani. Al Nord come al Sud del mondo, sono coraggiose paladine che difendono i loro diritti e quelli della loro comunità, si impegnano per un’economia al servizio della vita e si adoperano per un cambiamento, di cui c’è urgente necessità.

Questo impegno è particolarmente importante nel contesto dello sfruttamento delle risorse naturali, che spesso porta a violazioni dei diritti umani, furto di terra o inquinamento del suolo e delle acque. Molte organizzazioni partner di Azione Quaresimale e Pane per tutti riferiscono di questi effetti catastrofici del business delle materie prime. Inoltre, vi sono abusi fisici nei confronti delle donne. I casi di stupro e di violenze attorno alle miniere e alle grandi piantagioni sono in aumento. Ma che si tratti del Sudafrica, del Congo o del Laos, le donne rivendicano i loro diritti, unendo le forze e sostenendosi a vicenda. L’opuscolo realizzato appositamente per la Campagna di quest’anno, da cui sono tratte le tre citazioni che accompagnano questo comunicato, raccoglie le testimonianze di 50 donne che si impegnano per un cambiamento in Africa, America Latina, Asia e Svizzera. www.vedere-e-agire.ch/50donne

 

Sempre attuale, anche dopo 50 anni

«Ho iniziato a interessarmi ai ruoli delle donne nella società già negli anni 50 quando, intuitivamente, sentii di dover uscire da questi obblighi» (Anne-Marie Holenstein, Svizzera)

Correva l’anno 1968: la società era in fermento e anche nelle Chiese spirava un vento portatore di novità.  Sull’onda del Concilio Vaticano II e del Consiglio Mondiale delle Chiese, le Chiese furono sollecitate a impegnarsi maggiormente per il bene del mondo intero e ad intervenire attivamente nelle questioni politiche. Questo portò alla prima campagna d’informazione congiunta nell’inverno del 1969 da parte di Pane per i fratelli (ora Pane per tutti), Azione Quaresimale e Swissaid. A questo scopo furono sviluppati slogan che ancora oggi spingono la gente a riflettere: «Cosa bisognerebbe fare per far morire di fame 40 milioni di persone? Niente». Questa campagna è stata la prima che ha dato avvio ad una lunga e fruttuosa collaborazione, di cui quest’anno si festeggia il 50esimo anniversario.

Sister Mary John OSB
Allora come oggi, l’attenzione si concentra sui diritti umani, la salvaguardia del creato, le pratiche commerciali sostenibili, la pace e le pari opportunità, con lo scopo di attirare l’attenzione sulle ingiustizie, sensibilizzando le persone in Svizzera.

Il 50esimo anniversario della Campagna ecumenica offre inoltre l’opportunità di celebrare e onorare l’impegno profuso in passato e nel presente. Concentrandosi sul lavoro delle donne impegnate, riconosce che le donne del Sud e della Svizzera, nei progetti, nelle parrocchie, nelle comunità, nella società tutta, sono una forza trainante per il cambiamento verso un ordine economico e sociale basato sulla cooperazione piuttosto che sullo sfruttamento.

«Un giorno durante una manifestazione un poliziotto mi domandò: ‘Suora, non sarebbe meglio se lei si occupasse dell’anima delle persone? Ribattei: ‘Lei vede delle anime qui? Io vedo solo persone’» (Sister Mary John OSB, Filippine)

Domande:

  • Federica Mauri, Azione Quaresimale, , 079 662 45 22
  • Lorenz Kummer, Pane per tutti, , 079 489 38 24

Festa per il 50esimo della Campagna ecumenica: il 13 aprile 2019, dalle ore 10.30 sulla piazza della stazione di Berna, con culto ecumenico, zuppa e intrattenimento. Maggiori informazioni

Ulteriori informazioni:

50 donne

Rivista Sguardi

La Campagna ecumenica: informare, indicare piste d’azione, raccogliere fondi: dal 1969, Pane per Tutti (l’organizzazione di cooperazione internazionale delle Chiese evangeliche della Svizzera) e Azione Quaresimale (l’organizzazione di cooperazione internazionale dei cattolici in Svizzera) realizzano ogni anno una Campagna durante i 40 giorni che precedono la Pasqua. Dal 1994 vi collabora anche Essere solidali (l’organizzazione di cooperazione internazionale della Chiesa veterocattolica). Ogni anno, queste tre organizzazioni insieme portano all’attenzione del grande pubblico un tema riguardante la politica di sviluppo.

Berna / Losanna, 7 dicembre 2018 - Uno studio cofinanziato da Azione Quaresimale e Pane per tutti lo conferma: le condizioni di lavoro nelle fabbriche cinesi di apparecchi elettronici aumentano il rischio di suicidio dei dipendenti. Tra i motivi ci sono i ritmi pressanti e l'aumento dello stress prima dei picchi di vendita, come il Natale. Proposta una task force per studiare misure atte a migliorare le condizioni di lavoro.

«Diamo le nostre vite per ottenere un reddito», così si esprime un’operaia di un fornitore cinese di apparecchi elettronici per descrivere quelle condizioni di lavoro malsane che la inducono alla disperazione. I fornitori scaricano sui loro impiegati la pressione di tempi di produzione strettissimi e margini di guadagno esigui imposti loro dalle grandi marche dell’elettronica. Pertanto lo stress – soprattutto prima di picchi di vendita come il Natale – è una causa determinate degli alti tassi di suicidio nelle fabbriche cinesi. Lo conferma il nuovo studio di Electronics Watch e Economic Rights Institute, cofinanziato da Pane per tutti e Azione Quaresimale.

 

Nel 2010 avevano fatto scalpore numerosi casi di suicidio presso il fornitore cinese di Apple, Foxconn. Il nuovo studio esamina ora altre aziende e dimostra che anche lì le condizioni di lavoro svolgono un ruolo scatenante nei suicidi dei loro impiegati. Tra i fattori più importanti sono lo stress causato dalla non concessione di adeguati periodi di riposo e di giorni liberi, nonché conflitti e intimidazioni da parte del personale di sorveglianza. Mansioni monotone e l’assenza di prospettive di cambiamento contribuiscono a instaurare stati depressivi; salari inadeguati o la mancata retribuzione degli stessi esacerbano la pressione psicologica.

 

Consigli per un consumo equo e solidale

 

Per lo studio sono stati esaminati 167 casi di suicidio pubblicati nei forum su Internet. Inoltre sono state svolte indagini in 44 aziende e condotte interviste a 252 dipendenti in quattro stabilimenti. Nell’interesse dei dipendenti gli autori dello studio hanno deciso, con l’accordo di Azione Quaresimale e Pane per tutti di non menzionare i nomi delle aziende. Le due organizzazione di cooperazione internazionale propongono ora all’influente associazione internazionale di categoria Responsible Business Alliance (RBA) di mettere in piedi una task force congiunta per affrontare le situazioni critiche e migliorare concretamente le condizioni di lavoro delle impiegate e degli impiegati del settore dell’elettronica.

 

Pane per tutti e Azione Quaresimale sono da tempo impegnati a migliorare le condizioni di lavoro nel settore dell’elettronica. «La sostituzione sempre più rapida dei dispositivi elettronici aumenta la pressione di produzione e lo stress e quindi il rischio di suicidio dei dipendenti», afferma Karin Mader, che per le due ong si occupa di questo tema. È particolarmente importante richiamare l’attenzione su queste interrelazioni durante il periodo natalizio. Oltre al dialogo diretto e alle richieste alle aziende e ai fornitori del settore dell’elettronica, Azione Quaresimale e Pane per tutti agiscono anche sensibilizzando la popolazione svizzera su ciò che si può fare concretamente. Esse consigliano per esempio di far riparare i dispositivi invece di sostituirli, prima di un nuovo acquisto di verificarne la sostenibilità sociale ed ambientale, di acquistare apparecchi di seconda mano, ecc…. Perché sotto l’albero di Natale, anche apparecchi elettronici equi o di seconda mano sono un regalo gradito.

Informazioni supplementari (in tedesco e in inglese) sono scaricabili dal sito https://sehen-und-handeln.ch/medien/

Suggerimenti per acquisti equi nel settore dell’elettronica (in italiano) ((Verlinken und Link bitte einfügen))

Domande e interviste (in tedesco e in inglese):

Karin Mader, Program Manager Human Rights in the Electronics Sector Bread for All / Fastenaktion, 079 489 38 24, mader@bfa-ppp.ch

L'odierna ``Giornata Mondiale del Suolo`` vuole ricordarci la necessità di un'attenta gestione di questo bene comune. Un suolo sano è fondamentale per il nostro benessere, la sicurezza alimentare mondiale e il funzionamento dell'ecosistema globale.

Il simbolo di una “Terra Madre”, dal cui grembo emerge tutta la vita, ha plasmato le culture del mondo per migliaia di anni. Dalla terra proviene il nostro cibo. Senza sole e acqua nessun vegetale può prosperare, così come nessuna pianta può prosperare senza il suolo, che fornisce supporto e nutrienti. Pertanto la protezione e il mantenimento del suolo e della sua fertilità devono assumere priorità assoluta nel sistema alimentare globale. È importante coltivare il nostro cibo in armonia con questa risorsa vitale.

 

Oggigiorno accade spesso il contrario. In tutto il mondo il suolo è maltrattato: sigillato, compattato, acidificato, sovra fertilizzato, eroso, sovrautilizzato, biologicamente impoverito e avvelenato. Il nostro suolo è lentamente defraudato della sua vitalità. Ogni anno l’attività umana a livello mondiale degrada una superficie di suolo vasta quanto la Svizzera e la tendenza è in aumento. Il cambiamento climatico rappresenta un’ulteriore minaccia. Nelle zone in cui si verificano, per esempio, periodi di siccità che sono in aumento a causa dei cambiamenti climatici, il 70% del suolo è già degradato.

 

Proprio per frenare il cambiamento climatico globale, la speranza più grande è la conservazione e lo sviluppo di terreni fertili che sono in grado di immagazzinare CO2. Infatti le piante estraggono CO2 dall’aria man mano che crescono e la convertono in carbonio. Quando le piante e le loro radici marciscono, la maggior parte di questo carbonio rimane idealmente nel terreno. Un aumento di solo l’1% del contenuto di carbonio del suolo corrisponde alle emissioni totali emesse a livello mondiale dall’impiego di combustibili fossili.

 

Un tale aumento sarebbe possibile solo se si passasse dagli attuali metodi di coltivazione industriale a quelli agro-ecologici. L’agro-ecologia si concentra infatti sull’attenta gestione del suolo coltivato. Già oggi, moltissime persone che praticano l’agricoltura sia con metodi tradizionali sia moderni, sia al Nord sia al Sud, seguono questi metodi, rendendo così un enorme servizio alle generazioni future e al nostro ecosistema. Queste persone sono maestre nell’alta arte di trattare il suolo, le cui peculiarità e esigenze richiedono grandi conoscenze, come un organismo vivente.

 

E lei? Quando è stata l’ultima volta che ha messo le mani nella terra? L’ultima volta che ne ha presa una manciata e l’ha annusata? Forse la Giornata Mondiale del Suolo di oggi le farà venir voglia di riprovare queste sensazioni e di ricollegarsi al suolo che ci nutre e ci sorregge.

 

Azione Quaresimale e Pane per tutti sostengono contadine e contadini del Sud del Mondo che lavorano con metodi di coltivazione agro-ecologica.

Ginevra, 28 settembre 2018: il Consiglio dei diritti umani delle Nazioni Unite ha adottato oggi a larga maggioranza una dichiarazione a tutela dei diritti delle famiglie contadine e delle altre persone che lavorano nelle zone rurali. Ciò include anche le comunità di pescatori e i popoli nomadi.

La “Dichiarazione delle Nazioni Unite sui diritti degli agricoltori e degli altri lavoratori delle aree rurali” è di grande importanza simbolica per le persone coinvolte. «La sua adozione significa rispetto per il nostro lavoro», afferma Elizabeth Mpofu, coordinatrice generale del movimento internazionale dei contadini La Via Campesina, che rappresenta 250 milioni di agricoltori in tutto il mondo.

 

Legga il comunicato stampa completo (in francese).

 

 

Contatto:

Ester Wolf, Pane per tutti , 076 481 06 01

Michelle Zufferey, Uniterre , 078 640 82 50

Grafiken

La Banca nazionale svizzera (BNS) incoraggia un aumento catastrofico della temperatura di 4-6 gradi. L’Alleanza clima invita la BNS a prendere finalmente sul serio le sue direttive.

La Banca nazionale svizzera (BNS) incoraggia un aumento catastrofico della temperatura di 4-6 gradi. Questo contraddice le sue direttive, che escludono investimenti in imprese che causano sistematicamente gravi danni all’ambiente.

In occasione dell’Assemblea generale del prossimo 27 aprile, l’Alleanza clima promuove uno stress test climatico e pubblica delle raccomandazioni concrete su come la stabilità del sistema finanziario e il clima potrebbero essere protetti.

I danni dei sempre più frequenti eventi climatici estremi porteranno il sistema al tracollo, analogamente a quanto avvenuto dieci anni fa con la crisi finanziaria. Vi è il rischio concreto di una serie di fallimenti di società “fossili-dipendenti”, delle loro banche e compagnie assicurative.

Gli investimenti in azioni della BNS producono emissioni annuali di CO2 pari a quelle prodotte dall’intera Svizzera, favorendo un aumento della temperatura di 4-6 gradi. Le emissioni di gas a effetto serra sono imputabili principalmente alle imprese del carbone, del petrolio e del gas naturale. La BNS utilizza il suo denaro per finanziare l’esplorazione, lo sviluppo e la promozione di nuove risorse di combustibili fossili. Ciò è confermato anche da un nuovo studio realizzato dagli “Artigiani della Transizione” in collaborazione con Fossil-Free, pubblicato il 24 aprile.

 

La BNS evita sempre la questione dei rischi climatici, sebbene la Svizzera l’anno scorso abbia ratificato l’Accordo di Parigi sul clima. Oltre alla riduzione delle emissioni di gas a effetto serra e il rafforzamento dell’adattamento al cambiamento climatico, come terzo pilastro di ugual importanza, l’Accordo stabilisce il riorientamento dei flussi finanziari, affinché possa essere raggiunto l’obiettivo di un surriscaldamento globale inferiore ai due gradi.

 

«La BNS deve sottoporre la piazza finanziaria svizzera ad uno stress test climatico» spiega Christian Lüthi, direttore dell’Alleanza clima Svizzera. «Più la BNS tarda a prendere misure efficaci, e più improvvisamente può sopraggiungere una crisi del sistema finanziario svizzero» aggiunge poi.

 

L’Alleanza clima, un’associazione di 73 organizzazioni attive nell’ambito dell’ambiente, dello sviluppo e delle questioni sociali, ha pubblicato delle raccomandazioni specifiche (si veda allegato), sul modo in cui la BNS può proteggere la stabilità del sistema finanziario svizzero e il clima.

 

«L’Accordo di Parigi sul clima non può essere messo in pratica senza la decarbonizzazione della BNS» dichiara Christian Lüthi. La Banca centrale europea e otto banche centrali e autorità di sorveglianza di Inghilterra, Francia, Germania, Olanda, Svezia, Cina, Singapore e del Messico hanno già dichiarato di voler giocare un ruolo di primo piano nella protezione del clima.

Le raccomandazioni alla Banca nazionale sulla gestione dei rischi climatici

 

 

L’Alleanza clima formula le seguenti raccomandazioni alla BNS. Affinché l’istituto possa adempiere al proprio mandato in maniera rispettosa del clima e compiere la propria missione di assicurare la stabilità finanziaria, tenendo conto dei rischi climatici, essa deve:

  1. In una lettera aperta, la BNS si impegna a rispettare l’Accordi di Parigi sul clima e gli Obiettivi di sviluppo sostenibile dell’ONU, e annuncia le prime tappe future.
  2. La BNS sviluppa principi che permettono di controllare i rischi climatici nel contesto del mantenimento della stabilità del sistema finanziario.
  3. Inizia con stress test climatici e analisi di possibili scenari per il settore finanziario svizzero (compagnie d’assicurazione, banche, casse pensioni) e pubblica delle misure che mirano a contenere i rischi macroeconomici.
  4. Valuta l’esposizione dei propri investimenti ai rischi climatici.
  5. Estende le sue direttive di investimento così da escludere gli investimenti in imprese che causano sistematicamente gravi danni ambientali.
  6. Determina e pubblica le emissioni di CO2 dei suoi portafogli di titoli e valuta il loro allineamento con uno scenario di 2°C.
  7. Rende pubbliche le misure che intende prendere per raggiungere la traiettoria di compatibilità con uno scenario di 2°C in tempo utile e ridurre le emissioni di CO2, come pure il modo in cui misurerà il loro successo.
  8. Comincia a disinvestire dalle imprese di carbone e da quelle che posseggono le più grandi riserve di energia fossile, secondo la lista Carbon Underground 200.
  9. Per gli altri settori esposti ai rischi climatici (ad esempio i produttori di elettricità, i fornitori delle imprese di energie fossili o i costruttori di automobili), adottando a titolo comparativo un approccio da “primo della classe”. Essa sostiene le imprese che mettono risolutamente in atto la transizione energetica (ad esempio con la conversione alle energie rinnovabili).
[donation_teaser teaser_theme=”donation-teaser-light” show_sidecontent=”0″ donation_page_id=”26705″ title=”Ci sostenga nel garantire il diritto al cibo” nextbutton=”Spenden” campaign_id=”-1″]

Berna/Lugano, 7 marzo 2018 – Sabato 10 marzo si svolgerà la tradizionale Giornata delle rose, durante la quale in molte piazze e strade di tutta la Svizzera, numerosi volontari venderanno rose per sostenere progetti di Pane per tutti, Azione Quaresimale e Essere solidali. Ogni rosa venduta sarà accompagnata da una rosa virtuale, che può essere offerta, accompagnata da una dedica.

In numerose località del paese sabato 10 marzo saranno vendute rose ad un prezzo simbolico di cinque franchi. Sarà inoltre l’occasione per informare le persone sul lavoro di Azione Quaresimale, Pane per tutti e Essere solidali. Anche quest’anno le 100’000 rose messe in vendita, sono messe a disposizione da Coop ad un prezzo di favore.

Ogni rosa venduta è accompagnata da un codice, con cui è possibile regalare una rosa virtuale. Basta semplicemente scaricare l’app gratuita “Give a Rose” dall’App Store o dal Play Store di Google. Naturalmente con questa applicazione si possono acquistare e regalare anche altre rose. Quest’anno inoltre, per la prima volta, dal 13 marzo Coop lancia una settimana speciale, durante la quale per ogni mazzo di fiori con il marchio Max Havelaar venduto, saranno devoluti 50 centesimi a favore delle tre organizzazioni di cooperazione allo sviluppo.

Che si tratti dunque di una rosa reale oppure di una virtuale, ogni acquisto susciterà tripla gioia: innanzitutto perché il ricavato andrà a beneficio di progetti di Azione Quaresimale, Pane per tutti e Essere solidali, ad esempio in India, Honduras o Senegal. Secondariamente perché si tratta di fiori con il marchio Max Havelaar, che certifica un prodotto proveniente dal commercio equo e solidale. Il cosiddetto premio Fairtrade va a beneficio delle lavoratrici e dei lavoratori nelle aziende in cui si coltivano le rose, ad esempio per la loro formazione continua oppure per la scolarizzazione dei loro figli. Senza dimenticare infine che ogni rosa offerta farà felice la persona che la riceve.

Qui è consultabile la lista dei luoghi di vendita

 

Ulteriori informazioni:

Federica Mauri, Azione Quaresimale, 091 922 70 47,

Lorenz Kummer, Pane per tutti, 031 380 65 71, mail

Lugano/Berna, 14 febbraio 2018 – Il riscaldamento climatico, le disuguaglianze sociali, le tensioni politiche: le sfide del giorno d’oggi concernono l’intero pianeta. Per trovare una via d’uscita a questa crisi sistemica, c’è bisogno di un cambiamento da parte di tutta la società. Con il motto “Diventa anche tu parte del cambiamento”, la Campagna ecumenica 2018 di Pane per Tutti, Azione Quaresimale e Essere solidali vuole dimostrare come il cambiamento può assumere diverse forme e risultare anche interessante.

Il capo di una grande impresa di moda guadagna in quattro giorni quello che una sarta del Bangladesh guadagna in una vita intera. Per la produzione di olio di palma, presente in numerosi alimenti, sono disboscati milioni di ettari di foresta pluviale, oltre al fatto che spesso molta gente è cacciata dalle proprie terre per far posto a gigantesche monoculture. Entrambi questi esempi illustrano come le disuguaglianze sociali e il riscaldamento globale si stanno intensificando, facendo di conseguenza aumentare le tensioni politiche. La diagnosi del Consiglio ecumenico delle Chiese è chiara: «Il nostro pianeta non è mai stato così prospero e allo stesso tempo così ingiusto come lo è oggi».

La questione centrale è capire cosa si può fare contro questa crisi sistemica in cui il mondo sembra essere imprigionato. Le azioni politiche, le riforme legislative e le innovazioni tecniche sono senza dubbio importanti ed essenziali, ma non sono tuttavia sufficienti. Siamo infatti quasi tutti molto legati al modello che predilige il consumo alla modestia, la concorrenza alla collaborazione, lo sfruttamento al rispetto. Per questo la Campagna ecumenica richiede una “transizione interiore” globale: il cambiamento deve avvenire nella testa, nel cuore e nell’agire di noi tutti.

Creare il proprio cambiamento

La buona notizia è che esistono innumerevoli possibilità per impegnarsi nel costruire un sistema che rispetti i limiti del nostro pianeta. Con il motto “Diventa anche tu parte del cambiamento – Insieme per un mondo, dove ogni persona abbia abbastanza per vivere”, la Campagna ecumenica 2018 mostra come le iniziative locali stiano già prendendo piede in ogni ambito della nostra vita: l’economia solidale rafforza i contadini e le contadine, garantendo loro un reddito e permette al contempo ai consumatori di mangiare verdure di stagione. Lo scambio a livello locale di oggetti, ne riduce l’acquisto di nuovi, come dimostrano le iniziative contro lo spreco (“Zero Waste”). Il consumo volto al risparmio delle risorse è possibile anche senza dover per forza fare delle rinunce. Nel Sud del mondo (il più colpito dagli impatti negativi della crisi del sistema) organizzazioni partner di Azione Quaresimale e Pane per Tutti si impegnano, grazie a progetti innovativi, a promuovere un cambiamento sostenibile.

Alcune di queste molteplici iniziative saranno presentate il 22 febbraio a Berna in occasione della  Giornata all’insegna del cambiamento. Durante questo evento si avrà la possibilità di discutere con professionisti internazionali come ad esempio Olivier De Schutter, già relatore speciale dell’ONU

per il diritto al cibo, Cécile Renouard, professoressa di filosofia e economia, oppure Satish Kumar, attivista e scrittore. I vari temi potranno essere approfonditi anche grazie ad alcuni workshop.

Maggiori informazioni sul tema della Campagna si possono trovare su: www.vedere-e-agire.ch/media 

Per interviste:

Bernd Nilles, direttore di Azione Quaresimale; 041 227 59 51

Bernard DuPasquier, direttore di Pane per tutti; 079 489 3824

La Campagna ecumenica: informare, indicare piste d’azione, raccogliere fondi

Dal 1969, Pane per Tutti (l’organizzazione di cooperazione internazionale delle Chiese evangeliche della Svizzera) e Azione Quaresimale (l’organizzazione di cooperazione internazionale della chiesa cattolica Svizzera) realizzano ogni anno una Campagna durante i 40 giorni che precedono la Pasqua. Dal 1994 vi collabora anche Essere solidali (l’organizzazione di cooperazione internazionale della Chiesa veterocattolica). Ogni anno, queste tre organizzazioni insieme portano all’attenzione del grande pubblico un tema riguardante la politica di sviluppo. www.vedere-e-agire.ch

 

Lugano/Berna, 9 novembre 2017 – Il 6 novembre a Bonn ha preso avvio la seconda Conferenza mondiale sul clima, dopo l’accordo siglato a Parigi. Sebbene a presiederla sia lo stato insulare delle Figi, che rischia di essere sommerso dal previsto innalzamento dei livelli degli oceani, le richieste giustificate delle persone interessate rischiano di essere dimenticate. Azione Quaresimale e Pane per tutti sono presenti al vertice e accompagnano organizzazioni partner dal Brasile e dalla Repubblica Democratica del Congo, affinché le loro richieste siano ascoltate.

 

 

Due anni fa a Parigi fu siglato il più importante accordo sul clima finora raggiunto nella storia. Gli ambiziosi obiettivi legati alle emissioni che avrebbero dovuto essere messi in pratica secondo le dichiarazioni d’intenti dell’accordo di Parigi, in Svizzera si fanno attendere. Il tempo però stringe. Ancora pochi anni e l’obiettivo di limitare l’aumento della temperatura terrestre a 1,5 gradi sarà irraggiungibile. Attualmente ci stiamo indirizzando verso uno scenario che prevede un aumento fra i 3 e i 6 gradi, al quale la maggior parte dell’umanità non sopravvivrà. Fra questi anche lo stato insulare delle isole Figi, che presiede questa conferenza e che rischia di essere completamente sommerso dal previsto innalzamento dei livelli degli oceani.

 

 

Gli stati insulari ci ricordano la vulnerabilità di moltissime persone svantaggiate. Azione Quaresimale e Pane per tutti portano le loro voci alla Conferenza mondiale sul clima perché il destino delle persone colpite non e stato messo all’ordine del giorno.  I loro argomenti e quelli degli stati a rischio necessitano di scelte coraggiose, ma rischiano di essere declassati dalle altre discussioni al tavolo delle trattative. Sono molto più importanti gli interessi particolari delle singole nazioni e le tattiche di negoziazione.

 

Le persone colpite vanno messe al centro delle discussioni

 

«Si tratta del destino delle persone che soffrono a causa dei mutamenti climatici, ma che non appartengono alla categoria di coloro che li hanno provocati – afferma Stefan Salzman, esperto di politica climatica ed energetica presso Azione Quaresimale –. Il loro adattamento (adaptation) alle nuove condizioni climatiche dovrebbe essere al centro delle discussioni». Da anni la questione dell’adattamento è la principale richiesta a livello di politica climatica da parte di Azione Quaresimale e di Pane per tutti, perché per queste persone i mutamenti climatici già oggi costituiscono una minaccia. Assieme ai partner di progetto nei paesi del Sud, le due organizzazioni di cooperazione internazionale promuovono ad esempio metodi di coltivazione agro ecologici nelle regioni colpite dalla siccità e alla Conferenza sul clima si impegnano affinché l’agro ecologia trovi ascolto anche quale argomento politico.

 

A Bonn si sta discutendo molto più di misure di mitigazione (mitigation), invece di quelle di adattamento: come soluzione al problema climatico si pianificano sempre più progetti di produzione di energie rinnovabili. Assieme alla loro organizzazione partner brasiliana Uma Gota no Oceano, rappresentata dalla sua responsabile Maria Paula Fernandes, Azione Quaresimale e Pane per tutti rammentano l’importanza degli aspetti sociali nella produzione di energia. Altrimenti gli approcci risolutivi non fanno altro che causare nuovi problemi, ancora una volta a scapito dei poveri.

 

Azione Quaresimale e Pane per tutti seguiranno con attenzione anche le posizioni della delegazione svizzera a Bonn, visto che la Svizzera per la prima volta prende parte alla Conferenza mondiale sul clima quale nazione membro a tutti gli effetti. «È richiesta una politica climatica profilata e ambiziosa, che comprenda anche il finanziamento delle necessarie misure, come pure dei danni e delle perdite. Ma come questo debba avvenire, rimane ancora un mistero» conclude Julia Jawtusch, responsabile delle questioni legate al clima presso Pane per tutti.

 

https://azionequaresimale.ch/

http://www.bfa-ppp.ch/

 

Ulteriori informazioni: Stefan Salzmann, esperto di politica climatica ed energetica presso Azione Quaresimale (contattabile tramite le persone indicate sotto)

Federica Mauri, comunicazione e PR, Azione Quaresimale, , 079 662 45 22

Matthias Dörnenburg, portavoce, 079 759 90 22,  

Berna/Lugano, 4 settembre 2017 – L’industria attiva nella produzione di olio di palma è responsabile, in gran parte, dell’accaparramento delle terre e di violazioni dei diritti umani. Dopo aver costatato l’inefficacia della certificazione RSPO (Tavola rotonda sull’olio di palma), Azione Quaresimale e Pane per tutti non vedono che una soluzione: diminuire il consumo di olio di palma. Le due organizzazione di cooperazione internazionale chiedono ai commercianti al dettaglio di ridurre il numero di prodotti contenenti olio di palma sui loro scaffali. Una petizione online indirizzata alle consumatrici e ai consumatori li invita a sostenere questa richiesta.

Circa un prodotto su sei in vendita nei nostri supermercati contiene questa materia prima a causa della sua polivalenza e del suo basso costo. In occasione di colloqui con i grandi distributori svizzeri, questi ultimi si difendono, affermando di usare solo «olio di palma sostenibile». Tuttavia, malgrado la promessa di un olio di palma prodotto in modo sostenibile, oggi sappiamo che la certificazione RSPO non impedisce la distruzione di foreste tropicali, e tantomeno i casi di accaparramento delle terre, come pure le violazioni dei diritti umani nei paesi interessati.

I criteri di certificazione sono troppo vaghi e i controlli troppo blandi. La RSPO poggia su misure su base volontaria e non prevede dunque dei meccanismi effettivi per sanzionare le violazioni. Le direttive non impediscono neppure l’utilizzo di pericolosi pesticidi. Lo scorso anno, in occasione di diverse visite a piantagioni certificate RSPO in Indonesia, Pane per tutti e Azione Quaresimale hanno potuto costatare la gravità della situazione.

Pur trattandosi di piantagioni certificate, risulta che le popolazioni locali e le comunità autoctone non sono state coinvolte nel processo decisionale o a livello di pianificazione, da parte delle imprese e delle autorità. A volte sono perfino state espropriate delle terre con la violenza e il loro diritto alle loro terre ancestrali, pur essendo riconosciuto internazionalmente, è stato violato o sacrificato sull’altare della corruzione.

Anton Widjaya, direttore di Walhi, un’organizzazione partner di Pane per tutti lo testimonia: «Teniamo sotto osservazione delle società certificate RSPO nelle regioni di Kapuas Hulu e di Sintang. Queste imprese violano le regole fondamentali della RSPO: il consenso espresso in precedenza con cognizione di causa da parte delle comunità, il divieto di coltivare in prossimità dei corsi d’acqua, il divieto di reclamare zone di elevato valore di conservazione per la biodiversità (HCV), o di coltivare su terreni con forte pendenza, ciò che implica l’erosione del suolo».

Nonostante i 15 anni d’esistenza, la RSPO non è riuscita ad ottenere il suo obbiettivo di protezione della foresta tropicale. Dalla sua fondazione, la superficie dedicata alle monocolture è aumentata di più del 50% per raggiungere i 19 milioni di ettari (2014). Stando alle cifre della FAO, l’Organizzazione internazionale per l’alimentazione, questa espansione è una delle principali cause di disboscamento delle foreste tropicali. Solo in Indonesia, più della metà delle foreste sono state rase al suolo per lasciare spazio a palme da olio.

In conclusione: solo una riduzione del consumo di olio di palma potrà offrire una soluzione a questo problema. È per questo che Azione Quaresimale e Pane per tutti chiedono ai grandi distributori svizzeri di ridurre il numero di prodotti contenenti olio di palma messi in vendita.

 

Ulteriori informazioni:

Miges Baumann, politica di sviluppo, Pane per tutti,

, 031 380 65 72

Federica Mauri, comunicazione e PR, Azione Quaresimale,

, 079 662 45 22

 

Conclusa la Campagna ecumenica 2017: un bilancio

Lugano/Berna, 17 aprile 2017 – La terra deve essere fonte di vita, non di profitto: questo il messaggio centrale della Campagna ecumenica organizzata quest’anno dalle tre organizzazioni di cooperazione allo sviluppo Azione Quaresimale, Pane per tutti ed Essere solidali. Non si possono privare le persone delle loro basi vitali, radici e identità: una questione questa che ha suscitato interesse e ricevuto sostegno in tutta la Svizzera.

Gli investitori che acquistano terreni sui cui avviano grandi monoculture, privano le popolazioni locali delle loro terre. Non va dimenticato che è l’agricoltura praticata dalle famiglie contadine che nutre il mondo: essa garantisce infatti il 70% della produzione mondiale di derrate alimentari. Nei paesi in via di sviluppo, più dell’80% della popolazione rurale dipende direttamente da questo tipo di agricoltura familiare. Queste basi di sussistenza vanno perse quando si disboscano immense superfici per coltivarvi palme da olio, come sta succedendo ad esempio in Indonesia. Dietro a questi investimenti si nascondono anche banche svizzere. Pane per tutti, Sacrificio Quaresemale ed Essere solidali chiedono quindi agli istituti bancari di ritirarsi dal finanziamento di simili progetti agroindustriali, perché la terra deve essere fonte di vita, non di profitto.

Lanciata in occasione della Campagna ecumenica, l’azione “Terra fonte di vita” ha suscitato un grande interesse nelle parrocchie. Giovani e adulti con grande impegno hanno seminato, piantato e si sono presi cura di molte aiuole rialzate in tutta la Svizzera, contribuendo così a lanciare un segnale forte contro l’accaparramento di terre coltivabili, che resterà visibile a lungo anche dopo la fine della Campagna.

Anche le testimonianze portate da Stefano Liberti, giornalista d’inchiesta esperto di landgrabbing, e di Kartini Samon, collaboratrice dell’organizzazione GRAIN (in Indonesia), durante il loro soggiorno in Ticino, è stata particolarmente arricchente per il pubblico durante le serate a Bellinzona e Lugano, e per le scuole ticinesi che li hanno accolti. Con la loro presenza e raccontando cosa succede in Indonesia e in altri paesi in cui si verificano casi di accaparramento delle terre, i due ospiti della Campagna nella Svizzera italiana hanno dato un volto a un tema complesso, compiendo anche un importante lavoro di sensibilizzazione.

Anche le azioni quali la condivisione di un pasto o del pane, i gruppi di digiuno e la giornata delle rose con 400 luoghi di vendita in tutto il paese, raccolgono sempre ampio consenso fra la popolazione. L’applicazione per smartphone “Give a Rose” permette invece di offrire una rosa digitale anche dopo la fine della Campagna. Uniti alle numerose offerte, tutti questi gesti di solidarietà, come pure l’impegno di molte persone nelle parrocchie, permettono alle tre organizzazioni di cooperazione internazionale di rafforzare il loro lavoro nei progetti al Sud del mondo. Grazie a questa solidarietà e sostegno Pane per tutti, Azione Quaresimale ed Essere solidali possono sostenere le loro organizzazioni partner nel Sud del mondo. Come ha ricordato Lali Naidoo, direttrice dell’organizzazione sudafricana ECARP e ospite della Campagna ecumenica, «l’accaparramento delle terre riguarda tutti. La Campagna è così importante perché solo quando le persone sapranno cosa succede al Sud del mondo, potremo agire insieme».

Maggiori informazioni: Federica Mauri, comunicazione e relazioni pubbliche, Azione Quaresimale, 091 922 70 47

Per i media:

www.vedere-e-agire.ch/media

(www.vedere-e-agire.ch/immagini)

La Campagna ecumenica

Dal 1969 Pane per tutti (l’organizzazione di cooperazione internazionale delle Chiese evangeliche in Svizzera) e Azione Quaresimale (l’organizzazione di cooperazione internazionale della chiesa cattolica svizzera) realizzano ogni anno una Campagna durante i 40 giorni che precedono la Pasqua (quest’anno dal primo marzo al 13 aprile). Dal 1994 vi collabora anche Essere solidali.

La Campagna ecumenica ha come principale scopo quello di sensibilizzare l’opinione pubblica sulle ingiustizie: nel mondo più di 800 milioni di persone soffrono la fame. Vedere però non basta, è necessario anche agire. Quali tracce d’azione si propone di: modificare il proprio stile di vita e di consumo, sostenere i progetti che le tre Organizzazioni di cooperazione internazionale realizzano in diversi paesi nel Sud del mondo, partecipare a momenti di condivisione quali ad esempio i pranzi e le cene povere.

www.vedere-e-agire.ch

Berna/Lugano, 6 marzo 2017 – In Indonesia i produttori di olio di palma sono sempre più bersagliati dalle critiche a causa del mancato rispetto dei diritti umani e delle leggi in vigore. Essi godono tuttavia dei servizi di banche e istituti finanziari svizzeri. Pane per tutti e Azione Quaresimale chiedono che questi ultimi si assumano le proprie responsabilità e rispettino le norme internazionali. Con la Campagna ecumenica 2017 le nostre organizzazioni di cooperazione allo sviluppo sottolineano come la terra sia fonte di vita, non di profitto.

Creare piantagioni di palme da olio può avere un forte impatto a livello ambientale e sociale: ne sanno qualcosa le banche e gli istituti finanziari svizzeri. «Le monocolture di palme da olio distruggono il suolo, richiedono tutte le fonti idriche disponibili e minacciano l’esistenza delle popolazioni indigene e delle comunità autoctone» afferma Kartini Samon, ospite indonesiana della Campagna ecumenica 2017.

Le palme da olio sono un affare allettante, anche perché il bisogno di capitali da investire è enorme. Per evitare di finanziare progetti che violano i diritti umani o gli standard ambientali, le banche svizzere riconoscono regole internazionali e i principi emanati dall’ONU. Ad esempio il Credit Suisse, ha adottato sulla carta direttive interne per evitare le ricadute negative che questo tipo di attività potrebbe avere.

Guardando però da vicino la situazione nella provincia del Kalimantan occidentale (in Indonesia), si costata come «le imprese creano le loro piantagioni senza l’approvazione da parte degli abitanti delle aree interessate e senza neppure coinvolgerli nel processo decisionale. Ciò è contrario ai diritti umani  ̶  dichiara Miges Baumann, responsabile Politica di sviluppo presso Pane per tutti  ̶ . Si piantano palme da olio perfino nelle torbiere, nelle zone paludose e sui pendii, benché questo sia vietato».

Anche banche svizzere implicate in queste attività controverse

Il commercio di olio di palma prospera. Negli ultimi anni solo nel Kalimantan decine di migliaia di chilometri quadrati di foresta tropicale, che servivano al sostentamento delle popolazioni locali, sono stati disboscati per far spazio a piantagioni. Spesso le multinazionali attive nello sfruttamento delle palme da olio fanno ricorso a banche svizzere per ottenere i capitali necessari alle loro operazioni. L’organizzazione olandese Profundo ha analizzato i legami che uniscono 11 banche e gestori di capitali a 20 fra le più importanti multinazionali del settore, che gestiscono piantagioni o commerciano olio di palma in Indonesia e in Malesia, fra il 2009 e agosto 2016.

Una volta avviate delle piantagioni, queste multinazionali violano regolarmente i diritti umani e gli standard vincolanti di protezione dell’ambiente fissati a livello internazionale. Le ricerche condotte da Walhi, una ONG partner di Pane per tutti in Indonesia, dimostrano le violazioni commesse da Bumitama e IOI Corporation, due imprese per le quali banche svizzere hanno piazzato azioni e obbligazioni, a cui hanno concesso crediti o operazioni alle quale hanno partecipato finanziariamente. Con 901 milioni di dollari, il Credit Suisse risulta la banca maggiormente implicata nel periodo preso in considerazione, ma a fine agosto 2016 la banca J. Safra Sarasin possedeva anch’essa delle azioni d’IOI di un valore pari a 266 milioni di dollari nei suoi libri contabili. Recentemente Bumitama e IOI sono state aspramente criticate a causa del loro mancato rispetto dei diritti umani e delle norme ambientali in vigore.

Le banche devono rispettare la legge e le loro proprie direttive

Le piantagioni di palme da olio, come le miniere e l’industria del legno necessitano di vaste superfici. Questi settori sono conosciuti dalle banche per le loro violazioni in materia di diritti umani e di norme ambientali. Per questa ragione esse si sono dotate di proprie direttive. «Queste precisazioni e questi strumenti d’aiuto alla presa di decisione nella messa in atto delle norme internazionali hanno però scarsa utilità se le banche non si assicurano che i loro clienti le rispettino» costata Miges Baumann. «È quanto emerge dal nostro confronto fra le direttive del Credit Suisse e le costatazioni fatte in loco nelle piantagioni nel Kalimantan occidentale, la cui casa madre della società ha beneficiato dei servizi forniti da questa grande banca svizzera» aggiunge poi.

Azione Quaresimale e Pane per tutti esigono dunque dalle banche e dagli istituti finanziari svizzeri che si assumano le proprie responsabilità quando finanziano simili progetti e che pretendano il rispetto del diritto internazionale in ogni loro attività. Come ricorda Matthias Dörnenburg, membro di direzione e direttore ad interim di Azione Quaresimale, «la perdita della terra va di pari passo con la scomparsa di conoscenze tradizionali, della biodiversità e delle origini. Una volta distrutte le nostre terre, perdiamo irrimediabilmente risorse e, letteralmente la terra ci sfugge da sotto i piedi». Nell’ambito della Campagna ecumenica 2017 e del suo slogan “Terra fonte di vita, non di profitto”, numerose parrocchie e comunità partecipano all’azione “Terra fonte di vita” che prevede l’allestimento di aiuole rialzate in cui coltivare fiori e piante, creando così metri quadrati di terra da contrapporre simbolicamente ai chilometri quadrati accaparrati dagli investitori e invasi dalle monocolture ovunque nel mondo.

Informazioni e immagini: www.vedere-e-agire.ch/media

Per ulteriori informazioni:

Miges Baumann, Pane per tutti, 031 380 65 70, Mail,

Matthias Dörnenburg, Azione Quaresimale, 041 227 59 21, Mail

La Campagna ecumenica: informare, indicare piste d’azione, raccogliere fondi – dal 1969 Pane per tutti (l’organizzazione di cooperazione internazionale delle Chiese evangeliche in Svizzera) e Azione Quaresimale (l’organizzazione di cooperazione internazionale della chiesa cattolica svizzera) realizzano ogni anno una Campagna durante i 40 giorni che precedono la Pasqua. Dal 1994 vi collabora anche Essere solidali. L’biettivo di questa azione di sensibilizzazione dell’opinione pubblica è rendere attente le persone che vivono in Svizzera sulle ingiustizie in paesi poveri del mondo.